L’anno scorso con “…Like Clockwork” i Queens of the Stone Age si sono fatti perdonare 6 anni di attesa, che nel mio caso diventano 11, visto che i 2 album precedenti (Lullabies to Paralyze ed Era Vulgaris) mi provocavano diarrea avevano deluso di brutto.
L’occasione sarebbe quindi stata perfetta per vederli dal vivo a Roma lo scorso 3 Giugno, ma una serie di circostanze me l’hanno impedito. Ora per sentirmi meno incazzato dirò che quel concerto l’ho boicottato per un ottimo motivo: la band di apertura.
Come dicevo ho apprezzato tanto …Like Clockwork e l’ho inserito nella mia personale classifica dei migliori dischi del 2013, poco dietro “Pain is Beauty” di una certa Chelsea Wolfe, lei che proprio i QOTSA li ha accompagnati in tour in tutto il mondo.
Non importa cosa scrivi, su internet troverai sempre una foto di Sasha Grey che appoggia il tuo pensiero
A Roma invece, ad aprire per i QOTSA c’erano i We are Scientists che non si possono sentire e sono certo facciano schifo a tutti, ma evidentemente per qualche clausola contrattuale li devono piazzare qua e là ad aprire concerti importanti. Quale migliore occasione? I QOTSA in Italia ci vengono (troppo) raramente, per cui ci si aspettava una grande affluenza a prescindere da chi aprisse il concerto, anche dei tappabuchi raccomandati come quelli.
Io non ci sto, voglio parità di trattamento. DATECI LA WOLFE PURE A NOOOIIIII!!!! O almeno qualcuno che si possa sentire! Altrimenti Amigdale vi boicotta!
Allora, fingo di essermi autoconvinto e sono fiero di aver rinunciato a un grande evento per combattere questo schifo.
Bisogna pure essere ciechi oltre che sordi per prendere decisioni del genere